I GURUNSI

A sud e ad ovest dell’altipiano mossi, abitano popoli ai quali i vicini hanno dato il nome spregiativo gurunsi: nuna, winiama, nunuma, kassena, lela e molti altri ancora. Si tratta di gruppi autoctoni assoggettati, alcuni dei quali pare fossero giunti dal Ghana del nord, all’inizio del XV secolo, dal territorio dove fioriva la civiltà komaland scoperta recentemente. Parlano tutti la lingua voltaica, con sfumature e inflessioni diverse.

La maggior parte dei gurunsi non ha una rigorosa organizzazione sociale centralizzata, ma vive in comunità-villaggio senza alcun sistema gerarchico di capi. La struttura non è tuttavia elementare; al contrario, è molto complessa se si considerano gli intricati sistemi di parentela, la dettagliata suddivisione dei diritti e degli obblighi negli ambiti familiari e di gruppo, le particolari attribuzioni dei valori della mitologia e della sacralità del territorio, le eventuali classi di età e le iniziazioni.

Praticano la coltivazione della terra e l’allevamento del bestiame. Secondo un detto locale quando Dio creò il lyélè gli consegnò la daba (una zappa per lavorare la terra) e il bastone utilizzato nella pastorizia.
Suddivisi per clan, vivono a gruppi familiari in “concessioni”, un insieme di abitazioni e granai in terra cruda, raggruppati e chiusi verso l’esterno. Al centro dell’area abitativa, nella “corte”, si svolgono, all’aperto, quasi tutte le attività quotidiane dei singoli e dei gruppi e buona parte delle cerimonie previste dalla tradizione.

In queste comunità è tuttora presente e vivo un forte legame con la terra e gli antenati, e la tradizione continua, anche se in modo sempre meno rigoroso, a scandire i ritmi di vita di ogni giorno. Vengono celebrate cerimonie propiziatrici con sacrifici, danze e riti vari. I nuna, i winiama e i nunuma sono abili scultori in legno. Le loro maschere, policrome e non, avrebbero influenzato quelle dei vicini bwa e dei mossi.

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